venerdì 25 giugno 2010

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CATALOGO ONLINE DELLA MOSTRA SMASH THE WALL DOWN

venerdì 28 maggio 2010

Smash The Wall Down




Smash the wall down
Angelo Crazyone/Dario Molinaro/Michael Rotondi
a cura di Francesca De Filippi

Galleria Rivaartecontemporanea, Via Umberto I, 32 Lecce
opening venerdì 11 giugno ore 20,00
11 giugno/24 luglio


Nell’intricato panorama dell’arte contemporanea, che vive oggi un tempo bizzarro in cui si mescolano i valori del concettualismo post-duchampiano, le evoluzioni estetiche di memoria pop, le contaminazioni della cultura post industriale a metà strada tra punk e cyber, ed infine i condizionamenti dell’evoluzione tecnologica, emerge l’urgenza, sociale e culturale, di modificare gli schemi precostituiti che sono a capo dei meccanismi convenzionali di produzione, divulgazione e fruizione dei linguaggi artistici. Negli ambiti più disparati della creatività si riconosce il seme rivoluzionario di una nuova coscienza che si fa strada tra gli addetti ai lavori e non solo: l’arte del presente si configura sempre più come un bisogno e un diritto collettivo, uno stimolo intellettuale e visivo, alternativo ai modelli offerti dalla società mortificata dalle ambigue deviazioni della globalizzazione e della comunicazione di massa.

Già in tempi non sospetti l’arte è uscita dai musei e dalle gallerie per dilagare nella quotidianità, infiltrandosi nei tessuti sociali e urbani delle città e divenendo essa stessa uno “spazio” fisico e mentale dirompente che, come una grande piattaforma interattiva, ha contribuito a codificare nuovi idiomi e innovativi sistemi di comunicazione visiva. Si pensi alle pratiche nate e sviluppatesi a partire dagli anni ‘70 della Land Art e della Performance, o a quelle più recenti della Street Art, che hanno rivoluzionato l’impianto etico ed estetico dei sistemi irrigiditi sui modelli accademici e pertanto inadeguati ad accogliere i cambiamenti del tempo.
Oggi lo scarto tra il messaggio artistico e i sistemi di veicolazione tradizionali si fa ancora più ampio: non è solo l’artista a riconoscere la necessità di ridurre la distanza ideale tra l’opera e il pubblico, ma è tutto il sistema a prenderne coscienza, coinvolgendo così non solo i suoi attori principali ma anche i luoghi deputati. Se prima era l’arte a uscire per strada alla ricerca di un contatto più reale e meno convenzionale, ora sono gli stessi “contenitori” a proporsi come strumenti alternativi di divulgazione.

Sulla base di queste riflessioni nasce la mostra Smash The Wall Down che esibendo già nel titolo una chiara dichiarazione di intenti, si propone di attuare un modello espositivo “sovversivo” in cui tutti gli elementi concorrano a creare un movimento ideologico e critico svincolato dalle etichette e capace di rendersi autonomo e autosufficiente. La galleria si sveste del suo ruolo istituzionale e da ambiente preposto alla rispettosa fruizione si trasforma in uno “spazio pubblico” non convenzionale in cui l’arte libera il suo potenziale innovatore e provocatorio. L’allestimento, concepito come un momento di verifica e di incontro tra le riflessioni degli artisti, culminerà il giorno del vernissage in un vera e propria festa con tanto di musica “sparata a palla” che concorrerà a smantellare definitivamente la dimensione statica e auratica della fruizione dell’opera d’arte.

Angelo Crazyone, Dario Molinaro e Michael Rotondi sono gli artisti presenti che, accomunati da uno spirito intransigente e ribelle derivato anche dalla giovane età, hanno sviluppato, ognuno con il proprio linguaggio, un percorso critico completo toccando tematiche politiche e sociali, ma anche letterarie e ideologiche. Il siciliano Crazyone, formatosi sulla sub-cultura dello Street Writing, si è confrontato questa volta sulla tela attraverso una tecnica che associa l’uso degli stencil ad una riproduzione geometrica e tridimensionale delle forme. Guardando con spirito ironico alle problematiche del presente, Crazyone propone una visione tagliente e a tratti esecrabile di alcuni simboli della società contemporanea. Il giovanissimo ed esordiente Dario Molinaro, affascinato dalla cultura pop e fumettistica, modella i suoi disegni a grafite sui grandi temi dell’attualità ma non solo: il suo è un linguaggio simbolico e visionario, contaminato in parte dalle influenze estetiche delle illustrazioni di epoca vittoriana e in parte da quelle più tipicamente appartenenti alla Street Art. In tal modo codifica un lessico visivo complesso che cortocircuita i canoni classici di percezione. Infine Michael Rotondi, già ampiamente confermato nella sua produzione “newbrow” di matrice pop/punk, propone una lettura caustica e pungente delle ideologie religiose che si fondono con la cultura popolare. Rinnovando il suo stile pittorico con una pennellata che ricerca una definizione del tratto e delle campiture di colore più vicina ai modi dell’illustrazione, Rotondi consolida la natura innovatrice della sua ricerca artistica.




Smash the wall down
Angelo Crazyone/Dario Molinaro/Michael Rotondi
a cura di Francesca De Filippi

opening venerdì 11 giugno ore 20,00
catalogo in galleria

Galleria Rivaartecontemporanea, Via Umberto I, 32 Lecce
tel. 0832245933 | +39 3337854068
email danilo@rivaartecontemporanea.it

martedì 27 aprile 2010

Arts for the Earth/Natura Naturans

















LE OPERE DELLA MOSTRA SONO IN VENDITA
per info +39 320 4037710
defilippi.francesca@gmail.com

La Natura ha strane leggi, ma lei almeno le rispetta.
Leo Longanesi
Arts for the Earth
Natura Naturans
Michele Giangrande /Sandro Mele/Dario Molinaro/Giordano Pariti/Alessandro Passaro
a cura di Francesca De Filippi

L’uomo non esisterebbe senza la Terra, lo stesso non si può dire per la Terra che invece sopravivrebbe benissimo, forse addirittura meglio, senza la presenza dell’uomo. Certo è un’affermazione un po’ forte da dire, da pensare, da comunicare. Leopardi in una delle sue operette morali, “Il dialogo della Natura e di un Islandese” sosteneva che la Natura non si cura “della felicità degli uomini o dell’infelicità”. E anche in questo caso si tratta di un sentimento scomodamente reciproco, visto e considerato lo stato precario di salute del nostro Pianeta. In effetti, in natura, l’essere umano sembrerebbe l’unico animale che non si prende cura del proprio habitat, almeno non nei modi e nei tempi necessari a garantire la sua stessa sopravvivenza. Basti pensare agli ultimi tragici episodi di “ribellione” che hanno devastato più zone del pianeta con terremoti e tsunami.
Quest’anno, il 22 Aprile, ricorre il 40° anniversario dell’Earth Day, una festa a favore dell’ambiente nata nel 1970 negli Stati Uniti e celebrata oggi in ben 175 stati diversi del globo. Un momento che esige una presa di posizione nei confronti delle emergenze ambientali che riguardano il nostro tempo. Moltissime le iniziative e i linguaggi che vengono usati in questa giornata planetaria, per riuscire non solo a trovare soluzioni ma anche e soprattutto, a svegliare le coscienze per renderci più consapevoli dei rischi connessi ad una mal gestione delle risorse a disposizione. Linguaggi che da quello scientifico coinvolgono quello della politica, per arrivare alla letteratura, al cinema e all’arte. In effetti è fatto noto che nella moltitudine di variabili e incognite presenti nell’universo, le discipline umanistiche costituiscano per l’uomo un eterno punto di riferimento, oltre che di consolazione, ma soprattutto ispirazione.
Per questo motivo, all’interno della manifestazione Puglia Earth Day, nasce la mostra Arts for the Earth/Natura Naturans, a cura di Francesca De Filippi, in collaborazione con i Clubs Lions, Rotary, Leo, con Cantine due Palme e in partnership con EarthDay Network, che si propone di stimolare nuovi parametri di giudizio che favoriscano uno scatto di coscienza a favore dell’ambiente e del suo equilibrio. Una mostra, dunque, a sostegno della Giornata della Terra ma non solo: la mission sarà anche una raccolta fondi a favore della Onlus ASEM fondata da Barbara Hoffman per la costruzione di un pozzo e una cisterna in località Najusse in Mozambico. Iniziativa, quest’ultima, promossa dal Club Lions Lecce Santa Croce, trainer di tutto l’evento, e suffragata dal Presidente Flavia Pankievikz.
Cinque gli artisti invitati, Michele Giangrande, Sandro Mele, Dario Molinaro, Giordano Pariti e Alessandro Passaro, scelti tra i migliori emergenti presenti in Puglia, che con altrettanti linguaggi artistici si confrontano sul tema della Terra offrendo spunti e visioni diversificate, ma predisponendo l’osservatore ad un “unicum” emotivo. Le opere realizzate, infatti, concorrono a sviluppare un percorso che segue trasversalmente tutti i significati connessi alle problematiche del pianeta, affrontando con dinamismo aspetti che da soluzioni più estetizzanti passano a intenti più concettuali, fino a toccare questioni più politicamente calate nella realtà. Seguendo la definizione panteistica, che indica proprio nella natura naturans il principio immanentistico del divenire, ad un tempo divino e razionale, della Natura, il progetto della mostra intende offrire all’osservatore un viaggio multisensoriale che coinvolga contemporaneamente percezione ed emozionalità, fino a condurlo quanto più vicino possibile alla consapevolezza del proprio habitat e dell’indissolubilità di entrambi i destini.
L’allestimento delle opere si sviluppa in uno spazio atipico, sicuramente non deputato all’arte, che concorre a generare quel cortocircuito visivo ritenuto importante proprio ai fini di una destabilizzazione dell’osservatore e, dunque, all’innesco di un moto intellettivo ed emotivo interiore. Una grande sala conferenze, con caratteristiche architettoniche e logistiche molto lontane dai parametri dell’esposizione artistica, diventa per un giorno lo sfondo dell’allestimento, studiato proprio per sovvertirne la natura strutturale. L’arte invade l’ambiente, lo occupa sfruttandone le potenzialità attraverso un dialogo “circolare” tra le opere: i dipinti di Alessandro Passaro, le fotografie di Giordano Pariti, i disegni di Dario Molinaro e l’istallazione di Michele Giangrande, “illuminano” dall’alto l’ampio ambiente della sala, in comunicazione con la doppia videoistallazione di Sandro Mele, proiettata su due grandi monitor “sospesi” nel buio. La suggestione così creata condurrà l’osservatore in un viaggio emozionale, un tuffo nella natura sensibile delle opere che raccontano del bisogno di attenzione della Madre Terra.
Arts for the Earth/Natura Naturans si presenta, dunque, quasi come un esperimento, una sfida in cui tutte le forze messe in campo concorrono a creare una sinergia delle parti, canalizzando il potenziale socio-culturale dell’arte al fine di ritagliare momenti al confronto e alla riflessione collettiva e personale.

Arts for the Earth
Natura Naturans
Michele Giangrande /Sandro Mele/Dario Molinaro/Giordano Pariti/Alessandro Passaro
a cura di Francesca De Filippi

22 Aprile 2010 ore 17,30
Sala Selva Rossa, presso Cantina Due Palme
Via San Marco, 130 - Cellino San Marco (Br)

In collaborazione con:
Lions Club Lecce Santa Croce Rotary Club Lecce
Lions Club Lecce Host Rotary Club Brindisi Valesio
Lions Club Lecce Rudiae
Lions Club Lecce Messapia
Lions Club Lecce New Century
Lions S.Pietro Vernotico

Leo Club Distretto 108 AB

Con il sostegno di:
Cantine Due Palme

In partnership con:
Earthday Network – www.earthday.net

info: defilippi.francesca@gmail.com
tel: +39 3204037710

sabato 12 settembre 2009

SENSE LAG - Giordano Pariti


Sense Lag Giordano Pariti

a cura di Francesca De Filippi

Galleria Rivaartecontemporanea, Via UmbertoI, Lecce

opening 3 ottobre 2009 ore 19,00

3 |31 Ottobre

In occasione della quinta edizione della Giornata del Contemporaneo, manifestazione organizzata da AMACI(Associazione Musei d’Arte Contemporanea) che si prefigge di presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze, la galleria Rivaartecontemporanea di Lecce espone le opere di Giordano Pariti (1969, Melendugno-Le), un artista che coniuga l’uso del mezzo fotografico con un linguaggio personale capace di tradurre in immagini il complesso mondo delle relazioni umane.

Partito dalla musica - è infatti flautista presso l’Orchestra Provinciale Tito Schipa di Lecce - Giordano Pariti è approdato alle arti visive sospinto dalla naturale predisposizione a guardare nel profondo delle cose e a cercare di raccontarle per esorcizzarne l’impatto emotivo con se stesso e con l’esterno. In Sense Lag tenta di svelare quello scarto tra la consapevolezza del se e dell’altro, di rintracciare quella perdita inevitabile di energia prodotta dalla relazione dei singoli e tra i singoli, e di ricomporre la dispersione derivata dall’incompatibilità tra il soggetto e la sua immagine.

In mostra, cinque fotografie di grande formato disegnano una prospettiva a “sviluppo multiplo” delle possibili connessioni tra persone che, casualmente o causalmente, sviluppano una relazione. Grandi ritratti, volti affiancati, interconnessi dal complesso sistema dei rapporti umani, si risolvono in immagini quasi ieratiche dove l’uno percepisce la presenza dell’altro come un fatto del tutto naturale scaturito da una scelta o più semplicemente da una cognizione di causa. Dalla fissità delle espressioni emerge però una rottura, provocata dal grado di entropia che appartiene a tutte le cose. L’artista cattura quel grado di realtà inafferrabile in uno scatto, sul quale poi interviene in postproduzione sconfinando i limiti del giudizio fino a “fendere” i soggetti per esibirne l’indefinibilità dei contorni, fisici ed emotivi. Distingue ciò che è palese da ciò che non lo è, e l’immagine subisce così uno sfasamento, si rifrange producendo uno scarto che equivale al rapporto tra se stessi e il proprio doppio. Un pieno atto di coscienza diventa perciò un ipotesi chimerica, tanto più se vincolata ad una rete di relazioni tra più individui.

Sense Lag – Giordano Pariti

a cura di Francesca De Filippi

Galleria Rivaartecontemporanea, Via UmbertoI, Lecce

tel. 0832245933 | +39 3337854068

email danilo@rivaartecontemporanea.it

In Collaborazione con AMACI per la Quinta Giornata del Contemporaneo

www.amaci.org

info@amaci.org

mercoledì 17 giugno 2009

Responsabilità sociale dell'arte

Responsabilità sociale dell’arte

Dagli anni Sessanta fino agli inizi del nuovo millennio l’arte ha subito un profondo processo di estetizzazione penetrando il reale a tal punto da identificarsi quasi con esso. Per tutti gli anni Novanta si è assistito ad una profusione di prodotti ed interventi che guardavano al mondo con un sottile spirito di no-sense che esaltava più le qualità formali della rappresentazione. Negli ultimi anni è avvenuto un significante cambio di rotta che ha indirizzato l’arte verso scenari sempre più penetrati nella realtà, vaporizzandola nella quotidianità e configurandola come un vero e proprio habitat. E’ fatto noto che l’arte ha da sempre incarnato lo Zeitgeist, ovvero lo spirito del tempo in cui agisce, gode quindi di una natura duttile, camaleontica, si forma sulle coordinate spaziotemporali dell’”oggi” e informa il presente. Fa parte della sua stessa essenza, dunque, essere informazione, comunicazione, messaggio, che nella contemporaneità, però, tende a diventare una comunicazione “turbata”, volta cioè, più o meno consapevolmente, a instillare negli animi un cortocircuito emotivo tale da indurre ad una riflessione più attenta sullo stato delle cose. Il legame stretto con i temi sociali è inevitabile: gli artisti guardano, osservano, prelevano questioni, argomenti, concetti e li traducono con il proprio linguaggio che si fa sempre più universale e meno elitario. In molta arte contemporanea, dalla nuova figurazione, al pop surrealism, alla newmedia-art fatti di cronaca, di politica, di attualità filtrano la soggettività dell’artista, una soggettività che si oggettivizza nella capacità di trasfigurare e trasmettere la realtà attraverso codici accessibili alla moltitudine. Se è vero che gli artisti sono gli animi più sensibili e, per dirla alla Pseudo Longino, sono degli “invasati”, hanno cioè il dono di ricevere e percepire i principi archetipici, di avvertire il Sublime, la totalità arcana dell’esistenza, costituiscono un “anello di congiunzione” indispensabile tra l’umanità e il proprio tempo. Effettivamente, allo stato attuale, più che di responsabilità, si potrebbe parlare di inevitabilità sociale dell’arte. La situazione socio-politica-culturale del presente è talmente fragile, precaria, ma anche intensa e impegnativa, che l’arte, senz’altra possibilità per la sua stessa natura, non ha altra scelta se non quella di essere il tramite con il mondo.

francesca de filippi